Il Sole dei soli by Karl Schroeder

Il Sole dei soli by Karl Schroeder

autore:Karl Schroeder [Schroeder, Karl]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788898950027
editore: Zona 42
pubblicato: 2014-06-24T22:00:00+00:00


Mentre Hayden sistemava la moto nell’hangar, Slew, il capo carpentiere, gli fece un cenno di benvenuto. Era fermo accanto agli addetti ai boccaporti, che lo salutarono tutti. Uno di loro persino gli sorrise.

Ora che ci pensava, quando era rientrato dal suo giro di ricerca non c’era stato il solito ritardo nell’apertura del portello.

Che stava succedendo?

Dopo aver insistito per fare un turno di dieci ore in aria Hayden era stanchissimo. Tutte le moto della Rook erano fuori in cerca dei pirati, ma finora non ce n’era traccia. Dentius e i suoi compagni erano riusciti a squagliarsela, dopo aver negoziato un piccolo vantaggio come parte delle condizioni di disingaggio. Neppure le altre navi li avevano avvistati. La teoria di Travis era che avessero un nascondiglio da qualche parte tra gli iceberg.

La moto da corsa di Venera era crivellata di fori di proiettile e quando era in marcia produceva un curioso fischio. Le prestazioni però erano invariate. Quel velivolo stava sviluppando un carattere così personale da far pensare a Hayden che fosse necessario dargli un nome.

– Dai, lascia fare a me. – Un addetto al boccaporto di cui non ricordava il nome si sporse per aiutarlo ad appendere la moto al verricello. Hayden sbatté le palpebre per la sorpresa.

– Grazie. – Non sapeva che altro dire, perciò fece un cenno col capo alla squadra e lasciò l’hangar, dirigendosi a poppa verso l’infermeria.

Un piccolo capannello di avieri, sagome profilate alla luce della lanterna, si era ammassato intorno al rozzo capanno che costituiva l’infermeria. Deve essere morto qualcuno, pensò Hayden e, colpito da un’ansia improvvisa, si fece largo a gomitate tra la folla.

Ma no: molto prima di arrivare alla porta sentì la voce di Martor. Il ragazzo era vivo e parlava. E non solo: la sua voce saliva e scendeva in altezza e volume, come quella di un magistrale contastorie.

– … E insomma, come vi ho detto avevamo questa sacca di mine. E Hayden fa: “Prendiamole e facciamo saltare in aria quegli iceberg.” E così ci apriamo la strada con le mine rimaste, bum, bum, e ci ritroviamo tra le nuvole. E a un certo punto… non me lo sto inventando! Un’enorme, tremenda parete di ghiaccio salta fuori dalla nebbia. Ed è attaccata al soffitto del mondo solo da una lingua minuscola e Hayden fa: “Facciamola saltare!” Ed io l’ho fatto. Bum! Ahi! Mi sono fatto male da solo!

– Nel mio rapporto, – intervenne la voce fredda del chirurgo, – affermerò che Mastro Martor è morto per un eccesso di gesticolazione.

– Sì, – gridò qualcuno, sovrastando le risate, – saltella un po’ meno, ragazzino. Voglio sapere come va a finire.

Hayden si fermò sulla soglia, incerto se entrare o meno. Non gli piaceva che Martor stesse parlando di lui, anche se poteva essere quello il motivo per cui la squadra del portello era stata così gentile.

Preoccupato all’improvviso per ciò che il ragazzo stava dicendo, diede una pacca sulla spalla dell’uomo che occupava la soglia. – Eccolo qui, è lui in persona, – disse l’aviere, spostandosi per



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